20 dicembre 2012

Il Tramandatore di Macerata


Macerata, parco del Tramandatore Cav Prato

Il malefico passaggio a livello che ci dà il benvenuto arrivando in città da Sforzacosta esprime il meglio di sé nelle ore di punta, giocando con noi automobilisti mentre ci blocca in code interminabili e  si ciba della nostra irritazione e impazienza portate all'estremo sopratutto con il caldo d'estate.
Ma se nell'attesa guardiamo alla nostra sinistra resteremo sorpresi da un'infinità di forme e colori sgargianti: ci siamo affacciati  sulla città del Tramandatore.


In un quel piccolo spazio, infatti, compreso tra la ferrovia e la strada  il Cavalier Prato ha accatastato, intrecciato, unito, rovesciato, decorato, sollevato, allineato una infinità di oggetti oramai in disuso: rifiuti.

... tra la ferrovia


 e la strada ...
Quando guardi ogni singola "installazione" e quel marasma vorresti sorridere, ma poi ti accorgi che quella disposizione esprime sì un caos bizzarro, ma ordinato e progettato, insomma, il Tramandatore vuole raccontarci qualcosa. Ma cosa? Facciamo alcuni passi in quel mondo, l'infinità degli oggetti ci sovrasta.


In prima battuta cerchiamo di individuare le forme familiari e di isolarle dal contesto, quasi per far rivivere la loro storia, per immaginare i loro proprietari e il perché dell'abbandono. Pian piano, però, le nuove strutture sembrano animarsi e ricreare una città surreale dove l'uomo e la natura sono stati detronizzati - una natività è come ingabbiata in una specie di palco - e sostituiti dalle cose. Che sia l'esito finale del consumismo e dello spreco di risorse della nostra civiltà?


Ecco quindi un water-pupazzo inseguito da una macchina per cucire,


Goldrake pronto a volare nello Stargate,


una vecchia auto a guardia della città,


 la spazzola di  un autolavaggio distesa davanti la sua cuccia,


decine di sci a formare palizzate e pareti di edifici sovrastati da mega pubblicità,


una serie di mezzi ordinatamente parcheggiati e pronti a partire ...


E' arte? Chissà! Quando, come in questo caso, una situazione suscita emozioni, stimola riflessioni e dibattiti allora siamo di fronte ad un bene, con una sua valenza piccola o grande che sia, che non può essere gettato tra i... rifiuti.

Vi propongo perciò due immagini da confrontare e su cui discutere eventualmente:
la prima è il casellario, opera del Tramandatore,


la seconda invece è il casellario presentato ad Arte Fiera 2012 di Bologna - la foto mi è stata amichevolmente concessa da Simona Bramati.


Che ne dite?

Finalmente il clang clang metallico ci segnala la riapertura delle sbarre. La ripartenza sarà più leggera e gradevole dopo esserci immersi e rilassati nella Jacuzzi di Alex Britti.




Appunti: Florindo e  Stefano, due amici del maceratese, mi hanno consigliato di leggere  Cronache Maceratesi, un sito dove i cittadini si interrogano  su questa realizzazione.  Ve lo consiglio, il dibattito è lo specchio di una città divisa in due e, tra l'altro,  alcuni contributi sono davvero esilaranti.



2 commenti:

  1. caro Leo
    io credo che prima di esprimere un qualunque giudizio su una "opera", bisognerebbe parlare con il suo creatore, conoscere la sua indole, il suo modo di pensare, le sue aspettative. Forse solo allora ciò che ha creato (in questo caso "assemblato") potrà assumere il suo significato. E' vero, un'opera deve rappresentare in ognuno di noi qualcosa, avere una sua manifestazione legata alla nostra immagine, ma allora, non credi che egli abbia raggiunto il suo scopo? Tutti ne parlano, qualcosa ha suscitato...
    ciao

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  2. Sono entrato in quello spazio con la mente sgombra da ogni concetto o preconcetto cercando,con un percorso a ritroso, di risalire dagli oggetti all'ideatore. Nel post volevo trasmettere al lettore solo la sequenza dei miei pensieri e sensazioni: a lui l'interpretazione.
    In effetti la simpatia nei confronti del Tramandatore traspare dalle righe ma meno di questo non potevo fare.
    A risentirci Paolo.
    Ciao

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