19 marzo 2014

L'Abbazia di Sant'Emiliano in Congiuntoli e Isola Fossara


Nel raggio di pochi chilometri da Isola Fossara (PG) si trovano ben quattro chiese tra abbazie ed eremi, una più bella dell'altra, ciascuna con la propria storia millenaria: l'Abbazia di Sant'Emiliano in Congiuntoli, l'Eremo di San Girolamo al Monte Cucco (clicca qui), l'Abbadia di Santa Maria di Sitria, e, poco distante da quest'ultima, il più importante e conosciuto Eremo di Fonte Avellana.

La stessa provinciale Arceviese che percorre il fondovalle trasmette la sua suggestione storica. È, infatti, una diramazione della strada consolare romana Flaminia che dal valico di Scheggia raggiunge Sassoferrato e poi l'Adriatico a Senigallia. Sembra che in questa zona siano passati, nel 295 a.c., gli Umbri e gli Etruschi per combattere contro i Romani e i Piceni nella battaglia del Sentino che si svolse nei paraggi, nei paraggi di Sassoferrato.

La zona è montuosa, a tratti impervia e i cartelli stradali che indicano la Forra di Rio Freddo e Pascelupo (passo del lupo) non lasciano dubbi. Le poche strade che la percorrono fanno fatica a concedersi qualche breve rettilineo. Ma l'ambiente è intatto e la natura la fa da padrona. I pochi gruppi di case che incontriamo se ne stanno arroccati in alto, oggi non debbono più difendersi da chissà quali nemici, ma sono al sicuro dalle periodiche inondazioni del fiume Sentino e dei suoi affluenti.



L' Arceviese tra l'Abbazia di Sant'Emiliano in Congiuntoli e Isola Fossara
Provenendo da Sassoferrato, Sant'Emiliano in Congiuntoli appare all'improvviso, in una piccola valletta alla confluenza (congiuntura) del Sentino con il Rio Freddo. Siamo già in Umbria. Qui, il confine del comune umbro di Scheggia-Pascelupo non si arresta sui crinali spartiacque degli Appennini ma  si dilata, come un palloncino, all'interno delle Marche; retaggio di antiche e bizzarre dispute territoriali.

L'Abbazia di Sant'Emiliano in Congiuntoli  -  vista da nord.



Appena la vedi, l'Abbazia del X° secolo si materializza come un miraggio: vuoi perché nelle giornate di sole la pietra bianca calcarea che la riveste sembra risplendere di luce propria, vuoi perché le curve fin lì affrontate sembravano non finire mai. Poi, lo sguardo inizia a scandagliare ogni singola forma, i volumi, i materiali costruttivi e le probabili funzioni di ciascun edificio. Infine, l'armonia e la bellezza del complesso, incluso l'ambiente circostante, ti riconcilia con la vita e con il mondo intero.

L'Abbazia di Sant'Emiliano in Congiuntoli  -  vista da ovest

Purtroppo, non ho mai visto l'interno dell'Abbazia, l'ho sempre trovata chiusa. Più fortunata di me è stata la mia amica Bruna perché, ultimamente, è riuscita non solo ad entrare ma anche a farsi accompagnare da Alessandro Simonelli che "volontariamente mette a disposizione il proprio tempo per aprire e accompagnare i visitatori e che si adopera affinché il luogo venga valorizzato".


Per leggere il bellissimo post di Bruna "Solitaria, austera, suggestivaclicca qui.

Dovendo restare fuori, mi sono accontentato di girovagare qui e là e scattare delle foto, incuriosito dai contrasti di luce tra le forme romanico-gotiche, nei pochi locali (quasi) accessibili al pubblico.

Girovagando nell'Abbazia di Sant'Emiliano in Congiuntoli

Girovagando nell'Abbazia di Sant'Emiliano in Congiuntoli

Portale della chiesa originaria

Ed è in uno di questi che mi sono imbattuto "all'interno della prima Abbazia di Sant'Emiliano. L'apertura sotto la monofora era il portale d'ingresso della chiesa, irriconoscibile perché il livello della pavimentazione è stato rialzato di circa due metri per ricavare delle cantine sottostanti" (Alessandro Simonelli).

Abbazia di Sant'Emiliano in Congiuntoli  -  la chiesa originaria 
Se guardate la foto della ex-navata, s'intravedono resti d'intonaci nelle due pareti laterali che, se visti con attenzione in controluce sono tutti  incisi da centinaia di intagli verticali, alcuni obliqui, tipici di chi doveva contare e ricordare quantità di animali? di granaglie possedute? di giornate lavorative effettuate? o di che cosa? Sarebbe interessante conoscere la funzione di questo locale dopo le modifiche strutturali del pavimento, potremmo conoscere l'oggetto di quei conteggi.

   Abbazia di Sant'Emiliano in Congiuntoli  -  graffiti

Abbazia di Sant'Emiliano in Congiuntoli  -  graffiti

Abbazia di Sant'Emiliano in Congiuntoli  -  graffiti
L'Eremo di San Girolamo al Monte Cucco è poco distante da qui, ma noi riprendiamo la provinciale Arceviese in direzione di Scheggia. Le curve diminuiscono e gli abitati, come sempre, sembrano guardarci dall'alto in basso.
Verso Isola Fossara  -  sullo sfondo il Corno di Catria.
Solo una casa è come imprigionata in basso, in una posizione inusuale, tra un'ansa del fiume e il muraglione della carreggiata sovrastante.

Verso Isola Fossara  -  tra la provinciale Arceviese e il fiume Sentino
Lo scenario si fa via via più ampio ed ora sono le pareti scoscese del Corno di Monte Catria a fare da sfondo al paesaggio e al primo paese che, finalmente, incontriamo: Isola Fossara.

Isola Fossara

Descrivo il paese? In successione: il bar, la tabaccheria nonché negozio di generi alimentari, la chiesa, la piazzetta, e in fondo la vecchia sede del consorzio dei possidenti: sembra  una chiesa ma non lo è, la campana posta sul colmo del tetto ricordava ai soci l'inizio delle riunioni.


Isola Fossara  -  la sede del Consorzio dei possidenti
Poi il fiume in basso con gli orti coltivati a sud, il Monte Catria a nord. Tutto qui. Eppure è piacevole camminare tra queste poche case, il verde ti circonda e l'aria è pulita; le pareti del Catria sono irresistibili e sali oltre il limite del paese pur di arrampicarti da qualche parte.

Isola Fossara  -  il sentiero per il Corno di Catria.
Le persone che incontri ti salutano anche se non le conosci. Quando all'ora di pranzo Roberto ti avverte che nel suo bar troverai soltanto piadine, e non  panini farciti al prosciutto e formaggio come tu hai chiesto, lui si accorge della tua delusione e ti accompagna, spontaneamente e senza fretta, nel negozio di alimentari di fianco al suo. E quando scopre che è chiuso, ti insegna a usare un campanello-videocitofono tutto speciale: devi tirare la corda più scura (a), al lato dell'ingresso, che essendo collegata con una corda più sottile (b) aziona una campanella (c) fissata sulla finestra semichiusa del primo piano. Così Remo si affaccia, ti saluta, e sorridendo, anche se certamente stava pranzando, ti "citofona" senza fretta per dirti  che anche lui è senza pane perché il fornaio non è passato. 

Il negozio  con il campanello-videocitofono speciale.

Ritorni nel bar a testa bassa, perché non hai più scampo, vergognandoti un po', ma Roberto non ti fa pesare il ripensamento, e mentre ti prepara le sue piadine ti parla, con la passione di chi è nato e vive in un posto che ama, raccontandoti la storia del paese, come si accordavano i possidenti per i taglio dei boschi ( la legna serviva alle carbonaie) e per l'utilizzo dei terreni da adibire al pascolo: fino agli anni '50 l'economia principale della zona era, infatti, la produzione del carbone e l'allevamento degli ovini. 
Quando esci dal bar e ripensi al senza fretta, alle parole e ai sorrisi ricevuti, ancora una volta ti senti riconciliato con la vita e con il mondo intero.

Una deviazione conduce alla Badia di Sitria e all'Eremo di Fonte Avellana, ma quella sarà un'altra storia.


ps: la piadina di Roberto era buonissima! Provare per credere.

Appunti:

Ci sono riuscito! Domenica 6 Aprile (finalmente!) sono entrato per la prima volta all'interno della chiesa. Ho approfittato di un momento importante per l'Abbazia: il concerto del Coro "La Cordata" di Montalto Marche. Per descrivere l'evento  utilizzo le parole IMPERDIBILI del direttore del coro Patrizio Paci:

"Ieri pomeriggio abbiamo cantato nella stupenda Abbazia Benedettina di S. Emiliano in Congiuntoli, ai confini tra Marche e Umbria. Acustica eccellente, pubblico, competente, caloroso e coristi ben motivati hanno contribuito ad un'esecuzione che rimarrà nella storia de La Cordata. 
La Sacra Spina eseguita a fine Concerto è stato il momento culminante. I fraseggi contrappuntistici in stile vocale antico hanno fatto rivivere l'atmosfera dei Monaci che trascrivevano a mano i neumi delle prime forme vocali, per restituirci nel tempo il suono del Canto Gregoriano.
Un momento che non dimenticheremo mai."

Grazie ragazzi!!!!!
Patrizio P.



6 commenti:

  1. Ciao Leo.
    Dei posti meravigliosi! amo girare con la macchina per quelle tortuose strade, cerco quasi di perdermi tra quelle curve. Peccato ancora non mi sia fermato in molti di questi luoghi eccetto Abbadia di Sitria dove alcune sere mi sono incantato a guardare le balze del monte Catria mentre venivano illuminate dagl'ultimi raggi di sole.

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  2. Hai ragione, posti meravigliosi e poco conosciuti, aggiungo io. Da qualche tempo Sant'Emiliano si può anche visitare per merito di Alessandro Simonelli, che non conosco di persona ma da quello che mi ha scritto credo che ci stia mettendo tutta l'anima per far conoscere l'Abbazia e la zona circostante. Trovi tutte le indicazioni sulla pagine Fb dell'Abbazia di sant'Emiliano in Congiuntoli, e se ti va pubblicizzala più che puoi, Alessandro ne ha bisogno. Ciao.

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  3. Davvero, lo giuro, non riesco a resistere alla bellezza dell'Umbria, è più forte di me! Che foto! Le tue immagini sono meravigliose, Leo, come sempre sono felice di visitarti ed accompagnare nel tuo blog questi viaggi e scoperte tue attraverso i dettagli nascosti della architettura urbana e storica. Molto interessante! Grande abbraccio.

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    1. Ci credo ci credo! L'Umbria è molto bella ma ti aspettano anche le Marche, senza confronti, ciascuna regione con la propria identità. Ciao Patzy, ben tornata.

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  4. ma ti si può ingaggiare come guida? :)

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    1. perché no! basta avvisarmi qualche giorno prima. A presto, quindi.

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