06 aprile 2014

L'Eremo di San Girolamo al Monte Cucco e la Valle delle Prigioni

l'Eremo di San Girolamo al Monte Cucco                 31.03.2014

A vederlo dal basso, l'Eremo di San Girolamo al Monte Cucco sembra avvisarci, senza preamboli, che i monaci che lo abitano vogliono restare lontani e isolati dal resto del mondo. Eppure,  quella costruzione perfettamente incastrata e costruita tra e con le rocce circostanti ti attira a sé come un magnete.  E ti sembra quasi di sfidare la volontà di quegli eremiti quando percorri la malandata carreggiabile che, in meno di mezz'ora a piedi,   ti fa strada fino all'ingresso dell'edificio. Che è sempre chiuso e non visitabile, altrimenti che eremo sarebbe! Puoi solo affacciarti dal muraglione che lo protegge dal vuoto, immaginare il paesaggio visibile dalle finestre dei monaci e intuire le preghiere recitate anche per conto degli umani che si affannano là sotto.


Credo che se i religiosi si insediarono in un posto così aspro e selvaggio cercassero, oltre alla solitudine,  di immergersi nella natura e diventarne parte. Per capirlo basta fare un'escursione, a fine marzo, nel bosco che circonda l'eremo. Ti sentirai sempre e solo un ospite in visita tra le quinte di uno spettacolo recitato da altri seguendo il ritmo e i passi delle stagioni. E se anche tu vuoi recitare lo stesso copione dovrai mettere le radici in quel palcoscenico. Ed è ciò che decisero di fare i monaci a partire dall'anno mille, quando iniziarono a costruire l'eremo, e  i Camaldolesi della Congregazione di Monte Corona che ancora oggi lo abitano.  

Per conoscere la storia e i luoghi dell'Eremo di San Girolamo clicca qui,
Vista sud dall'Eremo di San Girolamo

La strada finisce davanti al cancello dell'eremo ma lì vicino, un po' nascosto, inizia un bellissimo sentiero che s'inerpica, in 600 metri di dislivello, sul versante est del Monte le Gronde nel Parco del Monte Cucco. Nella prima parte dell'escursione passiamo dalla vegetazione multietnica alla faggeta e dall'ambiente chiuso e avvolgente del bosco ai panorami che scoprono gran parte delle Marche. Poi, dopo due ore di salita ripida, arriviamo in un tratto pianeggiante che ci accompagna di gobba in gobba all'imbocco della Valle delle Prigioni. E qui ci tuffiamo in una discesa sempre più scoscesa e accidentata, in un ambiente sempre più severo che si restringe e che ci risucchia come in un imbuto, dove è l'acqua di un torrente a farla da padrona. Ce la ritroviamo sempre tra i piedi. La dobbiamo scavalcare, attraversare, costeggiare, saltellarci sopra di pietra in pietra, rischiando, anzi, cadendoci dentro a volte. L'uomo ha cercato di imbrigliarla per costruire un passaggio, se pur minimo, ma l'acqua, si dimostra sempre incontenibile. Dopo circa un'ora e mezzo di discesa ci ritroviamo di nuovo al punto di partenza. 

Per conoscere gli altri sentieri sul Monte Cucco clicca qui

Il racconto fotografico del nostro viaggio tra ... le quinte del Monte Cucco:


Sentiero n.4 -  la salita sul fianco del Monte le Gronde

Lilli poco dopo la frana
Salva! Per sfuggire alla frana di pietre e massi  Lilli si è procurata solo lievi escoriazioni alla mano e al braccio. Alle sue spalle, l'incertezza dei tre amici, per come e quando ripartire, è palese.

La faggeta con gli agrifogli
Un bosco nel bosco: nella faggeta l'unica macchia di colore è quella degli agrifogli alti anche più di cinque metri.




Perticano e la Valle del Rio Freddo
Siamo in Umbria ma lo sguardo spazia sulle colline marchigiane a cavallo tra le province di Ancona e 
Pesaro. Il paese in basso è Perticano, la strada alla sua sinistra lo collega all'Abbazia di Sant'Emiliano
in Congiuntoli (clicca qui).


Il riflesso degli agrifogli 
Un controluce estremo e artigianale realizzato senza filtri e con l'obiettivo protetto dai raggi solari solo dall'ombra della mano sinistra. Nella faggeta, con un po' d'immaginazione, si vedono le foglie coriacee e lucide degli agrifogli riflettere la luce del sole come migliaia di piccoli specchi.  

L'Aglio orsino


A tu per tu con il bucaneve... 

   ...l'esito non è quello sperato ma cosa si saranno detti Arnaldo e Bucaneve? 


Un bellissimo agrifoglio solitario

Una meraviglia! Faggi secolari colorati dalle bacche d'agrifoglio.

... morbidi e rilassanti tappeti d'erba, sullo sfondo il Monte Catria.


Il sentiero scende nella Valle delle Prigioni, gli agrifogli sembrano piantati lì come porta d'ingresso.


Prima di questa sorgiva il torrente è completamente all'asciutto, ma diventa via via sempre più ricco d'acqua e tumultuoso.






Inizia il divertente e continuo attraversamento del torrente, quasi, in piena.

La scarpa del diavolo
La "scarpa del diavolo": l'enorme roccia che sembra fare da tetto a chi ci cammina sotto.


E poi di nuovo a cercare un passaggio tra le rocce e l'acqua.



Hops! Il torrente in piena si è portato via il greto che serviva da scalino alla protezione in cemento dell'acquedotto. Supereremo anche questo ostacolo anche se con un piede nell'acqua.


Siamo oramai scesi a valle, dove la primavera è già sbocciata. Dobbiamo soltanto entrare nel piccolo tunnel scavato a protezione delle tubature dell'acquedotto...


...e uscirne un po' bagnati e accartocciati.

13 commenti:

  1. Che post interessante! Veramente se pensiamo nella solitudine in cui vivono questi monaci "inseriti" nella roccia, ci genera almeno rispetto per le loro convinzioni e credenze. Molto buona la foto con "l´effetto seta" della cascata. Beh! In generale, e come sempre, molto buone tutte le foto. Grazie per la condivisione di queste avventure, Leo. Ti mando un grande abbraccio.

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    1. E' sempre un piacere sentirti, grazie. Ciao Patzy.

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  2. Bellissima escursione!

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    1. Vero! luoghi stupendi a pochi passi da casa. Ciao.

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  3. a me gli attraversamenti dei ruscelli mettono un'ansia dopo una caduta rovinosa anni fa con un dolore alla spalla durato giorni e giorni

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    1. e se poi l'acqua è fredda...Ne sa qualcosa Lilli, dopo il bernoccolo e le contusioni sul braccio per evitare la frana, è caduta fino al ginocchio nell'acqua, forse per un eccessivo aiuto prestatole dal marito. Non si è mai lamentata né scomposta e non ha, per ora, neanche chiesto il divorzio da Arnaldo.

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  4. Bruna Stefanini7/4/14

    Bello stavo per dire "ovviamente" ma non è così: bello perchè questi luoghi sono conosciuti e amati. E, condivido come sai, che davvero anche "poco lontano" possiamo trovare meraviglie. Un po' di invidia per il cammino che non è più alla mia portata.

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  5. "Meraviglie...poco lontane", beh, noi le abbiamo scoperte da poco tempo. Prima eravamo sempre a scarpinare per raggiungere le cime e quello che si trovava sotto passava in secondo piano.

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    1. brunas8/4/14

      sono conquiste che si fanno con gli anni... Ma non tutti sono capaci di essere degni dell'età che hanno.

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    2. Speriamo... "che io me la cavo".

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  6. Bella escursione, è da tempo che adocchio il parco del Monte Cucco ma ancora non sono riuscito a farmi una camminata... nel frattempo mi godo le tue foto.
    Ciao a presto!

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    1. Credo che il versante est appenninico tra Fabriano e Cagli sia una vera risorsa di storia e di bellezza, tra l'altro poco conosciuta. Ciao.

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  7. Anonimo23/11/16

    Io ho fatto solo da Pascelupo all'eremo.....mi potete dire se il proseguo del sentiero nr.4 presenta dei passaggi esposti.....soffro un po' di vertigini... che ne dite ???

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