02 dicembre 2014

La nostra casa sull'Adriatico...oggi



" Fra l'Adriatico e i Monti della Sibilla nell'Appennino si stende una terra fertile e ondulata, ricca di cereali, vino ed olio. Campi di grano, di granturco, di sulla, di lino, di legumi coprono le valli ed i pendii delle colline. Abbondano olivi e gelsi. Acacie fiancheggiano le strade, e gruppi qua e là di belle querce e di olmi fanno rimpiangere al viaggiatore gli splendidi boschi che un tempo ricoprivano il paese. (...) Enormi buoi bianchi tirano l'aratro, e per le strade i carri. Graziosi villaggi stanno appollaiati in cima ad ogni collina. Gli Appennini incappucciati di neve chiudono l'orizzonte a ponente, e la distanza aggiunge incanto alla vista del mare che appare in rapidi scorci tra le colline, punteggiato dalle vele vivacemente dipinte dei pescherecci." 

Con queste parole, Margeret Collier  descriveva nel 1886, nel suo libro " La nostra casa sull'Adriatico", le colline intorno a Torre San Patrizio (FM) dove abitò per un lungo periodo.

Tra Rapagnano, Monte San Pietrangeli e Torre San Patrizio (FM)
Lo scempio che è stato fatto in questi anni di quell'ambiente e di quel paesaggio con la scusa dell' energia pulita e  rinnovabile credo sia imperdonabile. Non c' è dubbio che noi marchigiani siamo degli specialisti nell'autolesionismo: abbiamo istallato i pannelli fotovoltaici su intere colline abitate e coltivate e non sugli ettari ed ettari di tetti dei capannoni industriali, artigianali e commerciali che ricoprono oramai tutte le nostre vallate! Avremmo potuto fare di peggio?

Tra Rapagnano, Monte San Pietrangeli e Torre San Patrizio (FM)




8 commenti:

  1. Mamma mia, che orrore! Ma perché, perché? Mi hanno appena detto che anche l'entroterra del Conero è pieno di capannoni :-(((

    RispondiElimina
    Risposte
    1. le migliori terre, quelle fertili e in pianura, ora sono quasi tutte trasformate in zone artigianali, industriali e, sopratutto tra Ancona Osimo e Loreto, commerciali. Ma questa è una scelta politico-economica che riguarda tutta l'Italia, non solo le Marche. E malgrado non so quanti capannoni siano chiusi per la crisi si continua a costruirne degli altri di seguito ai primi.

      Elimina
  2. che orrore! non riesco mica a trovare parole, pensare che quando i miei cognati abitavano nelle Marche la cosa più bella era aprire i balconi al mattino e vedere quelle meravigliose colline piene di girasoli e ulivi finchè l'occhio non si saziava

    RispondiElimina
    Risposte
    1. fortunatamente quelle meravigliose colline ci saziano ancora; ce ne vuole per distruggere tutto. Vieni pure a trovarci.

      Elimina
  3. Leo... purtroppo tutto quello che dici è vero. Non bastava distruggere le valli, con i pannelli solari abbiamo disfatto anche bune porzioni di fertili colline e il tipico paesaggio marchigiano... con cui qualcuno ci si riempe sempre la bocca, è andato a farsi benedire. Per certa gente la bellezza conta meno di qualche soldo facile... ma sbaglia di grosso!!!
    Ogni volta che giro per le colline attorno alla Val Metauro sono costretto a vedere queste scempiaggini... cerco di farci l'occhio ma è impossibile.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. la cosa strana, Barba, è che la legge sulle rinnovabili sovvenzionava l'istallazione dei pannelli sui tetti dei capannoni: da noi pochissime aziende lo hanno fatto mentre nei paesi del Nord Europa è una regola costruttiva seguita dai più, e loro sì che ne hanno di terra a disposizione!

      Elimina
  4. I tetti per me possono tranquillamente essere attrezzati con i pannelli, i campi lo tollero meno.

    Buona serata.

    RispondiElimina