20 dicembre 2017

La Natività nella chiesa di Sant'Agostino di Fermo



Il 23 Gennaio di quest'anno, il parroco era affacciato all'ingresso della chiesa di S.Agostino di Fermo in attesa dell'impresa che avrebbe iniziato i lavori per la messa in sicurezza dell'edificio lesionato dal terremoto di qualche mese prima. Malgrado non fosse possibile per ovvi motivi di sicurezza, il sacerdote, mosso a compassione dalla mie implorazioni, mi ha fatto entrare, di corsa, giusto per dare uno sguardo dall'ingresso ai bellissimi affreschi del '200, '300, '400 e, purtroppo, anche alle pietre e agli intonaci caduti e disseminati nella navata. Siamo usciti, sempre di corsa, dall'atrio ed è qui che ho intravisto quasi in ombra, il sole era tramontato e l'impianto elettrico della chiesa era fuori uso, questa Natività affrescata nel '300.

Ed è stato amore a prima vista. 

Maria è distesa a terra, su un fianco, rivolta verso suo figlio, con una mano sotto la guancia, forse quello è il suo modo per dormire o rilassarsi. Il suo corpo, la sua fisicità occupa quasi tutta la lunghezza dell'affresco, solo la dimensione di Gesù Bambino è rapportata a quella di sua madre. Giuseppe e tutti gli altri attori del presepe sono più piccoli e relegati ai margini della scena: se fosse stata  una fotografia sarebbero risultati tutti sfocati. Sembra che per l'autore trecentesco il presepe fosse una scusa per raccontare la nascita, l'amore tra madre e figlio e il miracolo della nuova vita descritti come fatti terreni, gli stessi vissuti da tutte le madri del mondo. Solo l'aureola dei genitori e la presenza dell'angelo ci raccontano l'altro miracolo, quello della nascita di Gesù. L'affresco è stato dipinto nell'atrio della chiesa ad altezza d'uomo, o forse sarebbe meglio dire di donna, perché sono state proprio le loro mani, a forza di sfiorare nei secoli la pancia di Maria per invocare una gravidanza o un parto felice, a consumare completamente la pittura in quel punto. 

Passerà parecchio tempo prima di poter entrare in questa che è una tra le più antiche e belle chiese di Fermo, ma mi consola sapere che questa opera sia ora al sicuro e capace di restituirci chissà per quanto tempo ancora quelle splendide e toccanti testimonianze di arte, fede e storie vissute del nostro territorio.

Buon Natale cari amici del Web.















1 commento:

  1. Quanto bella è l'Italia e quanto poco amata da chi l'amministra

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