06 settembre 2018

2001 Odissea nello spazio

Copertina anteriore

Ho ritrovato il quaderno di geografia del 1968, l'unico delle scuole superiori sopravvissuto agli impietosi riordini della cantina, con le foto in copertina di "2001 Odissea nello spazio" uscito in Italia nell'inverno di quell'anno, giusto cinquanta anni fa.

Io  ero uno sbarbatello appena sedicenne tormentato da incertezze di ogni tipo, da domande senza risposte, da risposte di tutti i tipi spesso contraddittorie per la stessa domanda e , in prospettiva, un futuro  nebuloso così lontano che immaginavo irraggiungibile. 

Dopo aver visto il film compresi che anche Stanley Kubrick, il regista  allora quarantenne, di dubbi e di domande senza risposte certe ne aveva anche lui da sbrogliare, e quante! Lo sentii non tanto dissimile da  me e perciò adottai da subito sia  Stanley che  il film in toto, soprattutto il monolite (che di questioni ne sollevava a vagonate), la  tibia scaraventata in cielo, il "2001" (una data fantascientifica che avrei visto), il viaggio interminabile (come il mio) nello spazio, il valzer, Hall il computer con la fissa di sostituirsi all'Uomo, i cibi spaziali,  il viaggio finale nel tempo e la (ri)nascita di qualcuno (uomo, angelo, dio? ci sto  ancora ragionando su). Quando pochi giorni dopo vidi il quaderno con le foto di scena del film ne scelsi tutta la serie; ricordo la sensazione di aver trovato un confidente che avrebbe continuato ad accompagnarmi  anche tra "le sudate carte". In effetti nei momenti di stanca tra i banchi, l'Odissea nello spazio divenne  un viaggio anche dentro di me e nel mio futuro: nel '68 tante cose nuove bollivano in pentola e il mondo mi stava aspettando.

Quando il sospirato 2001 si fece vivo davvero,  ero da tutt'altra parte e non mi accorsi del suo arrivo (sigh!).

seconda pagina

Terza pagina: tra la fantascienza anche le medaglie di Mexico 68

Copertina posteriore