Jesi, Piazza Federico II |
Il burian aveva ricoperto e imbrattato di neve il centro storico e tutta la città. Alle 10 di sera il vento era già volato via insieme alla neve che non cadeva più. Le nubi si stavano lacerando, come una vecchia maglia di lana, e dagli strappi scendevano, insieme alla luce delle stelle, rovesci d'aria gelida che si sovrapponeva a quella esistente già fredda di suo. L'aria sembrava rarefatta, pulita e dal profumo intenso di neve, come quella dei mille metri e più di montagna. Bastava una sola sniffata per sentire un'energia smisurata invadere prima i polmoni e poi tutto il corpo, la mente e l'anima. Sniffavano anche le poche persone sconosciute che incontravo, giovani coppie perlopiù. Lo percepivo dai saluti e dai complici sorrisi scambiati tra noi come se fossimo stati amici di vecchia data. Avrei camminato tutta la notte su quella neve oramai diventata ghiaccio ma, anche se le suole vibram dei doposci tenevano, cercare di non cadere "come corpo morto cade" richiedeva uno sforzo e un'attenzione sovrumani.
Jesi, Piazza Colocci: Palazzo della Signoria (rinascimentale) e resti della città vecchia (medievale) |
A metà Corso Matteotti, quella che era diventata per me una specie di Spoon River aveva già piazzato qualche dose di inquietudine tra la mia curiosità iniziale, perciò ho preferito lasciare i negozi al loro destino per godermi quella splendida gelida notte continuando la passeggiata barcollante tra le vie del centro.
Piazza Pergolesi non l'avrei più vista come ora. I brutti pannelli di legno che la recintavano erano il segno dell'imminente trasformazione che avrebbe fatto arretrare la statua, istallare un nuovo arredo urbano e sostituire i lugubri e spennati vecchi cipressi con altri tipi di piante. Sarebbe rinato un bello, razionale e ampio luogo socializzante per la città, vanto per lo stesso Gian Battista Pergolesi, impreziosito dalla contiguità con la chiesa di San Nicolò, la più antica di Jesi.
Non potevo non immortalare per i posteri l'ultima notte della piazza sotto la neve "com'era prima del restauro".
Piazza Pergolesi non l'avrei più vista come ora. I brutti pannelli di legno che la recintavano erano il segno dell'imminente trasformazione che avrebbe fatto arretrare la statua, istallare un nuovo arredo urbano e sostituire i lugubri e spennati vecchi cipressi con altri tipi di piante. Sarebbe rinato un bello, razionale e ampio luogo socializzante per la città, vanto per lo stesso Gian Battista Pergolesi, impreziosito dalla contiguità con la chiesa di San Nicolò, la più antica di Jesi.
Non potevo non immortalare per i posteri l'ultima notte della piazza sotto la neve "com'era prima del restauro".
Jesi, Piazza Pergolesi |