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Eremo dei Frati Bianchi, l'ingresso |
Il cancello blocca l'accesso alle auto, ma il varco lasciato aperto alla sua sinistra è un chiaro invito ad entrare. Siamo nell'area floristica protetta dei Frati Bianchi: un bosco secolare, autoctono spiega un cartello, di querce, frassini, ontano nero, aceri e altre latifoglie tipiche delle colline marchigiane. Stenti a credere di trovarti lì, pochi passi prima eri ancora tra gli olivi e il verdicchio di Cupramontana.
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Area floristica protetta dei Frati Bianchi |
Il marzo piovoso di quest'anno rende il Fosso del Corvo ancora colmo d'acqua e la vegetazione in grande forma per l'exploit della prossima collezione... primavera-estate.
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Area floristica protetta dei Frati Bianchi |
Il terreno intriso d'acqua lascia ben vedere le impronte lasciate dagli animali selvatici nei loro abituali percorsi,
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Area floristica protetta dei Frati Bianchi: una cascata di capelvenere |
e... meraviglia! Una parete verticale, alta circa quindici metri, completamente ricoperta di Capelvenere: la felce
dalle fronde leggere e delicate come la chioma della dea Venere (wikipedia).
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Area floristica protetta dei Frati Bianchi |
Continuando a salire, il rumore di una cascata nasconde, ma non troppo, il martellare di un picchio impossibile da scorgere.
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L'Eremo dei Frati Bianchi di Cupramontana |
Poi... il bosco si apre a una grande radura dove sorge l'Eremo dei Frati Bianchi. Sulla sinistra si vedono le grotte scavate intorno all'anno Mille dai monaci seguaci di San Romualdo, il benedettino che fondò la Congregazione dei Frati Camaldolesi: frati Bianchi perciò, dal colore del loro saio.