Un viaggio tra l'onirico e l'ironico
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Cavallo clandestino |
La mostra di Gino Sampaolesi ti attrae a distanza come una calamita, vuoi per quel mix di colori vivi e densi delle sue tele, pulsanti di energia e vitalità allo stato puro, vuoi per quell'ironia di fondo, sottile o sfacciata, che ti fa riconoscere quelle immagini, da subito, come parte del tuo vivere quotidiano o dei tuoi sogni.
Tutto è colore, spennellato condensato modellato come fosse plastilina, reso tridimensionale per far uscire dalla cornice la paura o gli schizzi d'acqua sollevati dall' "Onda anomala" oppure, al contrario, per farti tuffare in una bocca spalancata (Tuffatrice) in compagnia di una farfalla.
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Cavallo clandestino - particolare. |
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Farfalla gialla |
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Papillon |
Il "Mangiatore di grasso che cola" non riuscirei ad appenderlo in casa, è troppo inquietante... però come non riflettere sul nostro autolesionismo alimentare!
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Mangiatore di grasso che cola |
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Istantanea di un cane sull'orlo di un precipizio |
La mostra non è solo pittura ma anche fotografia. E' Gino, stavolta, a mettersi in gioco diventando lui stesso soggetto davanti l'obiettivo del suo amico fotografo Sandro D'Ascanio. Fantasia, sogno, divertimento e una "sana follia", sempre mescolati con un tocco di leggera ironia, si accavallano in ogni immagine e ci fanno conoscere l'uomo Gino, la sua Jesi e la Vallesina in cui vive e lavora.
E se
Gino Sampaolesi si fa ritrarre nel suo ambiente, allora anche la mostra nel Palazzo dei Convegni di Jesi deve trasformarsi in qualcosa di familiare che riesca a farci immergere nel luogo dove l'artista dà concretezza alle sue visioni. E'
Serena Gambelli, con la sua sensibilità, a far rivivere tra le tele lo studio di Gino: i suoi pennelli, i barattoli, le lampade appese al filo, il carrello, la sedia, il grembiule, imbrattati dagli stessi colori e odori dei suoi quadri.
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Prova di sforzo |
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Libellule |
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Baby Sniper |
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Jesi, Palazzo dei Convegno - "Ultimo volo" di Gino Sampaolesi |
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Jesi, Palazzo dei Convegno - "Ultimo volo" di Gino Sampaolesi |
In quella mezz'ora di mostra mi sono divertito, gli occhi godevano e la mente era lì lì per... volare. Peccato non aver visto la performance inaugurale di Gino alla guida, nel centro storico di Jesi, di un piccolo aereo azionato da quattro motori...umani; ad averlo saputo prima e in ossequio all'Arte sarei stato disposto a trasformarmi anche in pista d'atterraggio.
Esprime in pieno l'energia di vivere in mille sfaccettature questo caleidoscopico artista che non conoscevo! Molto interessante! Ciao!
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