Valcarecce: nido e uova di storno |
Architettura ecosostenibile e partecipata: un po’ di paglia e di rametti, dei fili di plastica sfilacciati da un rude spago usato da Dany tempo fa per legare una pianta di pomodori (ha raccolto solo tre frutti in parte ammuffiti, adesso lei si occupa d’altro), del muschio fresco e terra in funzione di leganti e coibentanti, una cassetta del contatore di metano ( è quella di zia Tecla) dello stesso celeste delle future uova ( fa pendant), aria buona (Valcarecce), la partecipazione attiva e professionale dei due coniugi (storni), che non ho ancora avuto il piacere di conoscere, la cui maestria nello sculettamento, però, è ben riconoscibile nella perfetta rotondità interna del nido.
Le mie impressioni? Ti senti tremendamente in colpa per aver aperto lo sportello, lo richiudi subito e scappi via senza aprire la valvola, cascasse l’inverno sulla primavera.
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RispondiEliminaElementi poveri ma sufficienti, esperienza tanta, capacità di sopravvivenza assoluta, maestria da vendere, insegnamenti da impartire alle (loro) future generazioni. Come nel più autentico spirito dei veri Carecciani. L'ambiente insegna, la necessità forgia, l'esperienza aiuta, la collaborazione facilità e l'obiettivo fa tutto il resto. Tutto il contrario di quello che (a livello ormai globale) sta accadendo, si sta programmando e stiamo trasmettendo alle "nuove" leve. Qualcuno sta sbagliando e la colpa è (forse) anche la nostra. Momento riflessivo catartico. A presto, William.
RispondiEliminaSì Willy a presto, spero, ogni altra riflessione sarebbe superflua. Ciao.
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RispondiEliminaLa natura racconta l'uomo impara..
RispondiEliminaIl colore è davverop molto particolare.
Un abbraccio Leo, grazioe della visista buon fine settimana
Maurizio
Queste testimonianze della natura, tendono a farci sentire come gli "outsider" di questo pianeta. Bella immagine! Abbracci Leo!
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