Eremo S. Maria di Grottafucile - uscita della chiesa - |
Volevo sgranchire un po' le gambe e verificare, sul... campo, le malefiche e troppo complicate funzioni della nuova macchina fotografica: destinazione Castelletta e un qualsiasi percorso alle falde del Monte Revellone.
La scelta è caduta sulla frazione di San Pietro perché, dalla strada, era ben visibile un sentiero a mezza costa che s'inoltrava nell'area più impervia della zona.
In quella strana giornata potevi aspettarti di tutto: prima il sole, poi il vento forte con le nuvole, di nuovo il sole intervallato da brevi nevicate, il cielo nero a sud, blu oltremare a nord, un accenno di pioggia e l'odore della primavera. La fine dell'inverno, insomma.
La bellezza del preappennino marchigiano, la possibilità di ascoltare anche i più tenui rumori, la divertente variabilità del tempo, il sempre rinnovato piacere di camminare in montagna, mi avevano già fatto dimenticare il disagio di non essere in compagnia. Sguardo vigile, orecchio attento, e mano sul pulsante dell'otturatore, è così che ho iniziato a perlustrare, passo dopo passo, ogni angolo del percorso:
gli olivi coltivati al limite superiore dell'areale,
mentre una freccia, con le indicazioni chiare e dettagliate, mi suggeriva la direzione.
Da un lato, la primavera era rimasta di...ghiaccio,
dall'altro, il muro di faggi riparava chissà quali abitanti:
cinghiali! pronti ad arare, di nuovo, il nuovo prato.
Mi affacciavo dalle rocce a precipizio sulla Gola della Rossa,
Eremo S.Maria di Grottafucile - lato nord est - 16.3.13 |
poi, dopo pochi metri, tra i rami, in basso, con sorpresa scorgevo un muro troppo esteso e ben rifinito per delimitare una semplice e vecchia casa di pietra.
Eremo S.Maria di Grottafucile - lato nord ovest - 16.3.13 |
Mi sono guardato attorno, ho resettato il mio navigatore...naturale e ho esclamato: - diamine, ma quello è l'Eremo di Grottafucile! Conoscevo l'esistenza di quest'eremo e la sua importanza storico-religiosa, ma non l'avevo mai visitato.
Eremo S.Maria di Grottafucile - sala capitolare (?) - 16.3.13 |
E' stato San Silvestro a fondare l'eremo, nel 1227. Si era ritirato, da eremita, nelle grotte scavate tra queste montagne. Poi, nel giro di pochi anni, in seguito all'arrivo di altri frati e alle necessità dei fedeli provenienti dal circondario, divenne necessario costruire il monastero, la chiesa, la sala capitolare e le costruzioni ancora visibili, pozzo incluso.
Eremo di S.Maria di Grottafucile - ingressso della chiesa - 16.3.13 |
Vi assicuro che non è possibile restare indifferenti davanti a queste rovine. La maestria con cui il monastero è stato costruito, l'armonia ancora visibile tra le sue forme, l'essenziale funzionalità di ciascuna struttura, il rischio che tutto questo possa scomparire, fanno risaltare ancora di più l'umanità e la religiosità di chi ci ha vissuto. "Le pietre parlano", è stata così tanto abusata questa frase da sembrare, oramai, vuota di senso, qui, invece, esprime tutto il suo profondo significato.
Eremo S.Maria di Grottafucile - grotte e celle dei monaci - 16.3.13 |
L'area attorno ai ruderi è stata ripulita dalle erbacce e dotata di uno spazio per picnic, mentre il sentiero d'accesso ora è protetto da una staccionata. Ma se non si procederà alla messa in sicurezza delle strutture esistenti fra qualche anno dell'eremo resteranno solo le celle dei monaci scavate nella roccia.
Eremo S.Maria di Grottafucile per la Gola della Rossa a destra, per il monte Revellone a sinistra |
Le mura diroccate dell'eremo viste dal basso, dalla Gola della Rossa, non sono una bella attrattiva: sembrano fare da tetto ad una sottostante, grande, cava di pietra.
Chissà se chi ha autorizzato questo scempio si sarà pentito e se avrà fatto pubblica ammenda.
Le immagini e il testo comunicano l'emozione provata da Leo...anche a me che non potrò imitarlo ha dato una possibilità. Davvero questi eremiti di un tempo sapevano trovare luoghi favorevoli all'ascesi e alla comtemplazione.
RispondiEliminaScanfesca
Non volevo scrivere questo post perché,anche stavolta, non ero soddisfatto delle foto che non rendevano, secondo me, la nitidezza e i colori di quel giorno. Ma stavolta il solo il fatto di camminare "a zonzo" meritava un racconto. Sì, perché questa libertà ti consente di vedere e percepire la realtà più o meno diversamente rispetto a quando, ad esempio, in un percorso devi rispettare dei tempi per raggiungere la meta prefissata. Chissà se riuscirò a farne un post: sentirsi come in una torta millefoglie e a seconda dello strato in cui ti trovi la realtà cambia, anche se di poco. Oh! senza essere mangiati.
RispondiEliminaPurtroppo credo che la "cava della rossa" si mangera' quello che resta di quel luogo cosi' magico e ascetico...curioso come l'uomo riesca a distruggere quello che altri uomini hanno costruito senza chiedersi neanche qual e' il vero valore. Materialismo o puro spirito? Non c'e' dubbio, per l'uomo "moderno" la prima e' l'unica scelta possibile.
RispondiEliminaCiao Roberto
Un ripensamento,anche se tardivo, ha bloccato i lavori di questa cava, ma, come dici tu, è il senso della nostra modernità che entra in crisi. Oggi, i massi per la costruzione del nuovo molo di Ancona provengono dalla Croazia,costeranno di meno ma così abbiamo scaricato ad altri i nostri problemi.
RispondiEliminaOcchio non vede...!
Magia delle Marche!
RispondiEliminaDa quelle parti conosco,purtroppo, sole le grotte di Frasassi, che non credo siano molto lontane (o sbaglio?), mentre in passato ho girato
la provincia di Pesaro, che , all'interno,ha angoli molto belli.
Adesso vado a vedere gli altri post.
Sì si,le grotte di Frasassi sono vicinissime e sono costituite dalle stesse formazioni calcaree della Gola della Rossa. E' vero: magia delle Marche! Da Pesaro ad Ascoli Piceno è un susseguirsi di dialetti, culture e paesaggi
RispondiEliminache riflettono il caleidoscopio della sua storia. Spero perciò di invogliarti a farti... scendere più giù di Pesaro.
A presto.
Ciao!
RispondiEliminaSono stata solo una volta da queste parti, ma ne ho un bellissimo ricordo. Soprattutto della strada che da Senigallia porta a Fabriano.
Erano i giorni di Pasqua, con le colline verdissime, e visitammo alcuni paesi ancora con mura medioevali.
Ho trovato splendida la foto del germoglio cristallizzato nel ghiaccio.
Sono certo che se tornerai di nuovo nelle Marche il tuo "raglio del bagaglio" si trasformerà in...ruggito!
RispondiEliminaE' vero, sono stato fortunato a imbattermi in quel germoglio in quel momento, bastava passare solo poche ore dopo e il ghiaccio si sarebbe disciolto.
Benarrivata in tracceminime.
Grazie! :-) Allora ti aspetto sulle strade del mondo. Nel mio bagaglio c'è posto per tutti. Così vengono fuori proprio tutte le voci della natura.
EliminaHo scorto qui - forse rapidamente, ma tornerò di sicuro - post come vorrei scriverne io!
RispondiEliminaGrazie Adriano, ma credo che ognuno di noi cerchi, nel blog, la diversità dell'altro proprio per confrontarsi e aggiungere un tassello, se pur piccolo, alla propria esperienza.
RispondiEliminaCiao.