Se cammini nella
Gola della Rossa, chiusa alle auto oramai da più di quaranta anni, ancora oggi provi una sensazione di liberazione e di rivincita nei confronti del traffico scomparso. Non puoi fare a meno di “leggere” i resti di quella vecchia strada: massicciate, protezioni, segnali stradali, i vecchi isolatori in ceramica delle linee elettriche...Ti sembra impossibile che per secoli quei pochi metri di larghezza riuscirono a contenere il traffico incolonnato e asfittico di quella importante via di comunicazione tra Ancona e Roma, che le frequenti frane e cadute massi non causarono delle stragi e che gli esili guardrail di allora poterono “paracarrare” camion e automobili dal rischio di precipitare nel fiume Esino.
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Gola della Rossa da Pontechiaradovo |
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Vecchi guardrail |
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L'ultima pietra miliare |
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Vecchi isolatori in ceramica nei sostegni delle linee elettriche |
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Natura contro guardrail in cemento |
Poi ti accorgi che quella stessa strada si è trasformata in
una piacevole compagna di viaggio per i due chilometri, circa, di percorso che si snodano tra le rocce a
strapiombo, tra la vegetazione abbarbicata in ogni dove, tra gli odori che
ondeggiano dal profumo del pino a quello della santoreggia, e tra i colori e
contrasti di colori, a volte accecanti, dove il bianco delle rocce calcaree
taglia come una lama il blu intenso del cielo. Ma se cerchi il silenzio, ti conviene salire più in alto perché qui non ti
lasceranno mai né il rumore del fiume che scorre, mulina, gorgoglia, sciaborda
tra le rocce tormentate né lo struscio delle foglie agitate di continuo
dal vento.
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Gola della Rossa |
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Quel puntino nero sfocato è un'aquila |
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La strada gelata, il dirupo e il fiume Esino |
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Leggero o violento il vento soffia sempre |
Questa zona insieme alla contigua e gemella Gola di Frasassi fanno parte dal 1989 del Parco Regionale Gola della Rossa e Frasassi. Frasassi è oramai famosa nel mondo per le sue
magnifiche grotte, all’interno di una montagna scavata come il groviera (ne
parlerò in un prossimo post), la Gola
della Rossa, invece, è più tranquilla e raccolta. Deve il suo via vai di persone proprio a
quella strada chiusa che offre a tutti, giovani e anziani, atleti e comuni
mortali, di andare in bicicletta, di arrampicare
o di scendere in grotta, di allenarsi
alla corsa o , più semplicemente, di passeggiare in tutta tranquillità e assistere ad uno strano fenomeno naturale che ho descritto in questo post.
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Passeggiata estiva |
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Passeggiata in bicicletta sulla neve |
Li
ho visti arrivare, un bambino tra due adulti, a qualche centinaio di metri di
distanza. In un attimo il bambino si stacca dal centro, il tempo di fare la
pipì sul ciglio della strada e poi via, di corsa, si riposiziona nello spazio che
occupava prima, e che i due compagni avevano lasciato libero pur continuando a
camminare, come se quello al centro fosse un posto riservato solo a lui. Erano un tutt'uno: stessa
attrezzatura,stesso passo, stessa stanchezza. Quando ci siamo incrociati e salutati il
piccolo mi ha raccontato con lo sguardo, solo con lo sguardo, che lui,
nell'escursione, aveva fatto cose stupende e difficili, da adulto con gli
adulti. Credo
che non dimenticherà facilmente questa escursione, la prima o una tra le sue prime
iniziazioni alla montagna. Su roccia? Chissà!
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Ritorno dall'escursione |
In effetti, la facilità d'accesso e la particolare
conformazione e varietà delle rocce
hanno reso la Gola una
gigantesca palestra all'aperto intersecata da tante vie attrezzate (dai nomi
più improbabili e fantasiosi) con chiodi, spit
e corde d'acciaio. A volte le pareti sono punteggiate da tante macchie colorate
che poi scopri allungarsi, con le mani protese a cercare qualche appiglio, oppure scendere nel vuoto appese ad un'esile
filo. Altre, invece, le
scorgi solo dopo aver seguito l'eco
di grida che si cercano o si aiutano in qualche canalone semi nascosto.
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Arrampicata on the road |
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Discesa a corda doppia |
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Arrampicata al...femminile |
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Un nome...improbabile attribuito ad una via attrezzata |
Due sentieri secolari s'inerpicano per circa mille metri nel cuore del Parco, sulle cime a...guardia della Gola: il Monte Rovellone passando per l'
Eremo di Grottafucile, a sud, il Monte Murano (La Rossa) costeggiando la
Grotta del Vernino, a nord. I panorami, la natura e la fede diventano così spettacolo insieme alle tracce lasciate dalla fatica di intere generazioni che qui trovarono il loro sostentamento. Occorre solo po' d'attenzione e curiosità per scoprire muretti a secco, canali di scolo, ricoveri di fortuna e case di pietra, fazzoletti di terreno spianati e ripuliti dai sassi per essere coltivati.
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Nord: dorsale del Monte Murano ( La Rossa) e la Grotta del Vernino |
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Sud: dorsale de Monte Rovellone e l'Eremo di Grottafucile |
Avrei voluto non inquadrare, nelle due foto in alto, i due squarci che le due cave di pietra hanno inferto alla montagna, uno dei quali per poco non ha fagocitato l'Eremo di Grottafucile? Stesso dilemma per la superstrada che per due volte sbuca dalle gallerie con prepotenza, come per ricordarci cosa ci aspetta al di là della Gola. Ma se vogliamo che le strade siano sempre più larghe e veloci e che le città continuino ad espandersi, altrimenti l'economia di una nazione crolla, da qualche parte dovremo pur prendere i materiali che ci occorrono. E infatti è qui, nelle cave, che l'Edilizia viene a fare la spesa. Non parlarne o peggio far finta di non vedere non è ipocrisia? Perciò non voglio rimuovere il problema e lo presento così com'è...senza trucchi e senza inganno. Ad un parco tirato a lucido, in cui perfino le fontane in acciaio sono camuffate da finte sorgenti naturali in pietra, preferisco questo ambiente dove il rapporto tra la natura e l'uomo non è falsato e dove le contraddizioni che la civiltà genera nel suo sviluppo diventano così esplosive che implorano una risposta.
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Incontro ravvicinato con la superstrada |
Quando scende la sera, le luci dell'edicola religiosa, curata e ben tenuta, dedicata alla madonna sono le ultime ad illuminare la strada. Subito dopo inizia la Gola della Rossa così nera che la mente ce la trasforma in un antro buio e misterioso come nelle favole. Ma dai racconti di chi abita nei paraggi, nelle frazioni di Falcioni, Palombare e Pontechiaradovo, fino agli anni '50 la Gola rappresentava una importante fonte di sopravvivenza e di reddito anche se piena zeppa di pericoli.
Ma di questo parlerò nella terza e ultima parte:
La Gola della Rossa/3 - La vita difficile
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Pontechiaradovo l'edicola religiosa all'ingresso della Gola della Rossa |
Per leggere
"La Gola della Rossa/1 la leggenda, la storia, la strada" clicca qui
che rivincita la natura!
RispondiEliminaE' vero! tenace e testarda :)
EliminaContinua ad aumentare il mio interesse per la Gola della Rossa grazie ai tuoi bei post Leo!
RispondiEliminaLe gole oltre a dimostrarci la potenza della natura sono un museo a cielo aperto, hanno sempre rappresentato una sfida per l'uomo.
Alla prossima...
Grazie Barba, ciao.
EliminaGrazie Barba, ciao.
EliminaSalve, è possibile leggere la terza parte, intitolata "La vita difficile"?Ho "incontrato" ieri per caso l'ingresso alla Gola da Pontechiaradovo, e avendone potuto esplorare solo un tratto iniziale, fino alla prima cava, ne sono rimasta a dir poco affascinata..sto cercando di saperne di più, anche perché non sono purtroppo molto comoda a tornarci in tempi brevi.
RispondiEliminaGrazie e complimenti per il post.
Un saluto, Alessia
Salve,
RispondiEliminavolevo segnalare che il link alla terza parte non funziona...