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UGarage: si parla di "Scenari immaginari" tra amici e Franco Cecchini |
Tra le immagini di
Franco Cecchini esposte nelle mostra
"Scenari Immaginari" ne ho fotografate alcune, a pelle, quelle che mi suscitavano un maggiore interesse , una suggestione o una emozione a volte inspiegabile. Dopo averle trasferite sul pc per guardarle con più attenzione ho scoperto che hanno tutte la stessa trama, lo stesso filo conduttore: il movimento, una sinestesia che ti da la sensazione di muoverti all'interno della foto.
L'occhio e la mente cercano di scoprire cosa ci sia al di là di una porta in fondo ad un corridoio fatto di archi e volte ( Interiors); quale profondità si celi tra le pareti e i muri divisi da solo colore (Camaguey); quale relazione esista tra gli incastri e le linee oblique dei tetti (Bolzano e Orvieto); il verso giusto di una scala in cui il sopra e il sotto dei gradini s’inverte di continuo come in un quadro di Escher (Linee di fuga - Milano). Poi, nella foto che preferisco, vorresti scostare una tenda da cui filtra un refolo d’aria calda (perché non fresca? boh!) per vedere da quale finestra aperta provenga la luce (l'Appuntamento).
"Scenari immaginari" per l’appunto, che solo un occhio attento e preciso come quello di un chirurgo riesce a estrapolare dalla realtà per farli diventare paradossalmente un'ipotesi, una fantasia.
Ciao Leo, ti lascio qui i miei auguri di uno splendido 2017!
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